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L’addio ad Alessia e Martina, le bambine uccise dal papà

Se ne sono andate così Alessia e Martina, 12 e 8 anni, tra palloncini bianchi e rosa lanciati in cielo dai compagni di scuola, tra magliette rosa con su scritto l’ultimo saluto di chi le ha amate, tra l’immensa tenerezza e l’infinito dolore per una vicenda straziante che ricorderemo per molto tempo.

Una cerimonia semplice e dignitosa, dominata dal silenzio commovente dell’intera cittadinanza di Cisterna accorsa a stringersi intorno alle due bare bianche; e assente la mamma Antonietta, ancora ricoverata in gravi condizioni all’ospedale San Camillo.

La tragedia si è consumata il 28 febbraio 2018 a Cisterna di Latina. Luigi Capasso, un carabiniere di 43 anni, dopo una lite furibonda con la moglie ha sparato alla donna e si è rinchiuso in casa con le bambine. Le ha uccise entrambe e, dopo ore di trattative con i carabinieri, si è suicidato.

Solo Antonietta è sopravvissuta alla strage di Cisterna, e il 7 marzo si è svegliata piombando nel peggiore degli incubi. Ai suoi parenti è toccato il triste compito di darle la peggiore delle notizie che una madre più avere. E ora, il suo dolore è soffocato tra i sedativi e la mascella ancora bloccata a seguito del delicato intervento chirurgico.

Alessia e Martina uccise: ma si poteva evitare?

L’Italia intera è piegata dal dolore. Nessuno potrebbe mai spiegarsi come sia possibile per un padre metter fine alla vita delle proprie figlie, in modo così freddo.

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Eppure i segnali c’erano. Antonietta aveva sporto denuncia, ma le sue grida di dolore non hanno impedito il tragico evento del 28 febbraio. Luigi infatti era stato obbligato a frequentare uno psicologo, ma non si era mai recato ad un solo appuntamento.

Dalle telefonate intercettate emerge il dramma che ha colpito la povera donna e le sue bambine. Antonietta era fiduciosa che l’ex marito potesse guarire grazie al percorso psicologico. In una conversazione, una delle bambine era visibilmente spaventata e il padre tentava di rassicurarla.

Allora, di fronte a questo, c’è veramente da chiedersi se doveva andare così. Si poteva evitare tutto questo? Probabilmente non lo sapremo mai. Ma storie come questa ce ne sono tante, e tutti dovremmo riflettere su cosa significhi stare in silenzio di fronte ad una situazione che da un giorno all’altro più trasformarsi in tragedia.

L’addio ad Alessia e Martina

Se ne sono andate così Alessia e Martina. Tra il pianto di chi ancora non vuole crederci e lo sgomento che ancora imperversa tra la gente che conosce la famiglia; tra le divise e la presenza massiccia delle forze dell’ordine, a ricordare che i Carabinieri sono uomini che tutelano i cittadini, padri di famiglia che rischiano la propria, di vita.

Alessia e Martina erano troppo piccole per comprendere cosa stava accadendo. Erano piene di sogni e avevano tutta la vita davanti a sé. La mamma aveva fatto di tutto per crescerle come due piccole principessine. Erano preziose. Le ricorderemo per sempre nella foto che ha fatto il giro del mondo in pochissime ore, con i piccoli sorrisi a circondare il sorriso velato di tristezza della loro mamma dolcissima, quando ancora aveva un sorriso.

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Andate in Cielo a vegliare sulla vostra mamma, piccoli angeli.

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