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Decreto #IoRestoaCasa: scattano multe e arresti per i trasgressori

Come tutti sappiamo, il decreto Io Resto a Casa dell’11 Marzo del Presidente del Consiglio Conte ha imposto a tutti di non uscire di casa se non per validi motivi; questo, per ovviare al rischio concreto di mandare in in tilt la già precaria situazione sanitaria attraverso nuovi contagi. Ma cosa accade se il divieto non viene rispettato?

Diciamo subito che il Governo ha imposto queste rigide restrizioni per evitare che anche i più incoscienti escano in giro a contagiarsi o contagiare gli altri, magari durante il periodo di incubazione del Coronavirus. Per assicurare il rispetto delle nuove regole, su tutto il territorio nazionale sono previste multe e arresti per i trasgressori.

Le forze di polizia sono dunque chiamate a vigilare sulle uscite di noi cittadini e a multare i trasgressori, siano questi motorizzati o a piedi, nel caso la motivazione non fosse riconosciuta tra quelle “legittime”.

Un aspetto, però, deve essere chiarito subito. La multa per i trasgressori non è una semplice sanzione amministrativa. Trattasi invece di una vera e propria ammenda, che, come tale, consegue alla commissione di un reato; contravvenzionale, si, ma pur sempre un reato e dunque una violazione della legge penale.

Multe e arresti per i trasgressori del Decreto Io Resto a Casa: quando è concesso uscire?

Ma quali sono le motivazioni possibili per cui il decreto Io Resto a casa concede di uscire?

  • Lavoro: può lasciare la propria abitazione chi lavora, ma solo se si svolge un’attività tra quelle non soggette a chiusura forzata. A questo fine occorre portare con sé il modulo di autocertificazione messo a disposizione dal Ministero dell’Interno (qui in PDF), debitamente firmato e accompagnato, ove possibile, da una dichiarazione del datore di lavoro, etc. che comprovi l’effettiva impossibilità ad organizzare il lavoro in maniera alternativa (smart working).
  • Salute: in questo caso sarà opportuno portare con se una prenotazione di una visita specialistica, esame o altro che attesti la vera natura dell’uscita.
  • Necessità reale: come fare la spesa per beni di prima necessità o accudire un parente anziano o ancora avere altre esigenze incontrovertibili.
  • Rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Ad esempio, se si è stati fuori sede per una qualsiasi ragione prima dell’entrata in vigore del Decreto Io Resto a Casa, sarà ovviamente possibile rientrare presso la propria abitazione.
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Sono già scattate le multe in tutta Italia. Ma quali sono le reali sanzioni per chi non rispetta il divieto?

Per coloro che non rispettano il nuovo decreto può scattare la denuncia penale per inottemperanza all’ordine di un’autorità. Questa violazione è punibile ai sensi dell’art. 650 del Codice penale con l’arresto da 1 a 3 mesi e la sanzione pecuniaria dell’ammenda fino a 206 euro.

Come abbiamo detto, si tratta di violazioni della legge penale e non di una semplice “multa” paragonabile ad una sanzione amministrativa come, ad esempio, quelle per eccesso di velocità o divieto di sosta.

Ma non finisce qui. Se oltre alla violazione dell’art. 650 c.p. che scatta in tutti i casi di uscita ingiustificata, si è anche dichiarato il falso, si rischia la ben più grave punizione prevista dall’art. 495 del codice penale che prevede la reclusione da 1 a 6 anni.

Non vi è l’obbligo di portare con sé l’autocertificazione compilata, in quanto le pattuglie sono fornite di moduli in bianco da riempire all’occorrenza.

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