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Quanto vive il Coronavirus sulle superfici? Un nuovo studio lo rivela

Sono giorni che combattiamo verso quello che è diventato il male invisibile del nostro tempo. Ormai mascherine e guanti di lattice fanno parte del nostro vestiario, nel momento in cui siamo costretti a uscire di casa per le piccole commissioni obbligate. Quando siamo in giro abbiamo la fobia del contatto, quindi cerchiamo di toccare meno cose possibili. Ma sappiamo quanto vive il Coronavirus sulle superfici?

Quanto vive il Coronavirus sulle superfici: vecchie credenze

Negli ultimi giorni avevamo sentito della possibilità del Coronavirus che rientrando ci portiamo il Coronavirus sulle scarpe vista la sua capacità di attaccarsi all’asfalto e di rimanere attaccato alle nostre suole. Allarmismi a parte, gli studi sul comportamento di questo virus letale va avanti in tutte le direzioni.

È di poche ore fa un’analisi sul  tempo di permanenza del virus sulle superfici. Erano stati già stati diffusi alcuni dati su questo argomento, ma essi si riferivano ad altri tipi di Coronavirus, tipo quello responsabile della SARS. Da quegli studi si potevano quindi trarre valutazioni generali, ma certamente non specifiche e non definitive.

Inoltre, la novità della ricerca più recente rispetto alle precenti consiste nel superamento di un limite dei precedenti studi. Questi infatti si basavano sulla ricerca del patrimonio genetico del virus e non sulla presenza di particelle virali integre; quelle, cioè, effettivamente in grado di infettare.

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Lo studio sul tempo di sopravvivenza del virus sulle superfici

Un recentissimo studio americano ci conferma come il Coronavirus può trasmettersi in maniera indiretta attraverso le nostre mani, toccando le superfici infette. Non solo. Sono stati resi noti i tempi di permanenza del virus su alcune superfici, come rame, cartone, acciaio inossidabile e plastica. I primi dati sono stati pubblicati sul sito Medicalfacts di Roberto Burioni, da cui attingiamo informazioni di assoluta autorevolezza.

Quanto vive il Coronavirus sulle superfici?

E passiamo ai risultati. Attraverso l’isolamento in laboratorio su superfici di diverso tipo è emerso quanto segue.

Sul rame il tempo di sopravvivenza del virus è di 4 ore; dopo 2 ore, comunque, la capacità infettiva si dimezza.

Sul cartone, dopo 5 ore la capacità infettiva del Coronavirus si dimezza. Il tempo di abbattimento completo è di 24 ore.

Sull’acciaio inossidabile la capacità infettiva si riduce della metà dopo 6 ore, mentre il tempo di permanenza del virus è 48 ore.

Ma quanto vive il Coronavirus sulla plastica? Il tempo per il completo abbattimento è di 72 ore, ma già dopo 7 ore la capacità infettiva si dimezza.

Tirando le somme, possiamo dire che i materiali meno ospitali che permettono dunque al Coronavirus di resistere per meno tempo, sono il rame e il cartone. Acciaio e plastica, invece, gli permettono un tempo di permanenza più lungo e lasciano il virus attivo rispettivamente fino a due o tre giorni.

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I dati dello studio di cui abbiamo riferito, ad ogni modo, dovranno ancora essere confermati. Nel frattempo, in attesa che la curva dei contagi inizi a scendere, valgono le raccomandazioni sentite e risentite ma sempre utilissime: igiene delle mani con lavaggio frequente e disinfettante mani quando non è possibile, isolamento sociale, massima igiene delle superfici.

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